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La Distanza Di Un Pianerottolo

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Ultima campanella. La liberazione. Prendo lo zaino, lo carico su una spalla e, accompagnata da Eugenia mi dirigo verso l'uscita di scuola. Prendo un bel respiro e alzo le mani al cielo radiosa. Prendo l'I-Pod, infilo le cuffiette e a massimo volume mi metto ad ascoltare una delle canzoni che hanno accompagnato la mia infanzia e adesso la mia adolescenza. Cammino sul marciapiede, arrivando a casa dopo pochi minuti. Trovo mia madre davanti alla porta e un buonissimo profumo di peperoni invade il mio animo. A malincuore dico –Mamma io devo andare a lavoro oggi! Te lo avevo detto quindi non mangio.- annuisce sorridendo –Ok cara. Mi fa piacere che sei riuscita a trovare un incarico tutto per te. Non sei contenta? Ora puoi comprare tutto ciò che vuoi senza dover chiedere a noi!- sorrido ricambiando l'abbraccio che mi ha appena dato. Dopo poco esco di casa, prendendo il mio ombrello a causa del cielo cupo che portava pioggia. Sul pianerottolo trovo una signora che sposta vari scatoloni. Ha gli occhi verdi smeraldo e i capelli rossi. Deve essere una donna sulla quarantina d'anni così la saluto cordialmente. -Oh ciao cara! Sono la signora Gimena. Io e la mia famiglia siamo i tuoi nuovi vicini- le porgo la mano –Piacere signora io sono Mariana. Mi scusi ma vado di fretta. Cordiali saluti a tutta la sua famiglia-. Devo ammettere che con le persone adulte ero molto educata. Correndo, mi dirigo verso l'asilo. Ho sempre avuto un'immensa passione per i bambini e così, quando mi si è presentata davanti agli occhi la realtà, ho deciso di trovare un lavoro. E il fato volle, che trovassi il lavoro adatto alla mia passione. Appena entro nell'istituto, vengo invasa da pace e tranquillità. Sento le risate dei bambini e li vedo correre divertiti e questo mi rasserena l'anima. Julia, l'insegnate mi raggiunge –Ciao cara! Io purtroppo oggi ho le riunioni con i genitori per cui ti dispiace badare alla mia classe? Ah dimenticavo. C'è un nuovo bambino che si è appena trasferito. Cerca di farlo ambientare come si deve- annuisco abbastanza motivata e mi dirigo verso la classe di Julia. Trovo un bambino dai boccoli scuri e angelici con gli occhi verdi, vispi e ingenui. Mi abbasso sulle ginocchia e gli sorrido –Ciao!- lui sorride intimidito mostrando i dentini e tenendo il grembiule con le piccole manine –Ciao. Io sono Tomas e ho tre anni- mi dice indicando il numero con la mano. Sorrido ancora –Tre anni? Ma allora sei super grandissimo!- lui annuisce poi, gli prendo la mano e lo porto al centro dell'aula. Tutti i bambini lo guardano incuriositi –Allora bambini, lui è Tomas. Un vostro nuovo compagno di classe. Mi raccomando fate amicizia con lui- dopo pochi secondi arriva Florencia, che lo prende per mano e lo porta fino al tavolo dei giochi. Dopo un paio d'ore di relax, suona la campanella così accompagno i bambini fuori. Pian piano tutti i bambini tornano a casa con i loro genitori. Vedo un ragazzo correre affannosamente...

Publisher: Elisa Roccatagliata

OverDrive Read

  • ISBN: 9786050405675
  • File size: 935 KB
  • Release date: August 14, 2015

EPUB ebook

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Italian

Ultima campanella. La liberazione. Prendo lo zaino, lo carico su una spalla e, accompagnata da Eugenia mi dirigo verso l'uscita di scuola. Prendo un bel respiro e alzo le mani al cielo radiosa. Prendo l'I-Pod, infilo le cuffiette e a massimo volume mi metto ad ascoltare una delle canzoni che hanno accompagnato la mia infanzia e adesso la mia adolescenza. Cammino sul marciapiede, arrivando a casa dopo pochi minuti. Trovo mia madre davanti alla porta e un buonissimo profumo di peperoni invade il mio animo. A malincuore dico –Mamma io devo andare a lavoro oggi! Te lo avevo detto quindi non mangio.- annuisce sorridendo –Ok cara. Mi fa piacere che sei riuscita a trovare un incarico tutto per te. Non sei contenta? Ora puoi comprare tutto ciò che vuoi senza dover chiedere a noi!- sorrido ricambiando l'abbraccio che mi ha appena dato. Dopo poco esco di casa, prendendo il mio ombrello a causa del cielo cupo che portava pioggia. Sul pianerottolo trovo una signora che sposta vari scatoloni. Ha gli occhi verdi smeraldo e i capelli rossi. Deve essere una donna sulla quarantina d'anni così la saluto cordialmente. -Oh ciao cara! Sono la signora Gimena. Io e la mia famiglia siamo i tuoi nuovi vicini- le porgo la mano –Piacere signora io sono Mariana. Mi scusi ma vado di fretta. Cordiali saluti a tutta la sua famiglia-. Devo ammettere che con le persone adulte ero molto educata. Correndo, mi dirigo verso l'asilo. Ho sempre avuto un'immensa passione per i bambini e così, quando mi si è presentata davanti agli occhi la realtà, ho deciso di trovare un lavoro. E il fato volle, che trovassi il lavoro adatto alla mia passione. Appena entro nell'istituto, vengo invasa da pace e tranquillità. Sento le risate dei bambini e li vedo correre divertiti e questo mi rasserena l'anima. Julia, l'insegnate mi raggiunge –Ciao cara! Io purtroppo oggi ho le riunioni con i genitori per cui ti dispiace badare alla mia classe? Ah dimenticavo. C'è un nuovo bambino che si è appena trasferito. Cerca di farlo ambientare come si deve- annuisco abbastanza motivata e mi dirigo verso la classe di Julia. Trovo un bambino dai boccoli scuri e angelici con gli occhi verdi, vispi e ingenui. Mi abbasso sulle ginocchia e gli sorrido –Ciao!- lui sorride intimidito mostrando i dentini e tenendo il grembiule con le piccole manine –Ciao. Io sono Tomas e ho tre anni- mi dice indicando il numero con la mano. Sorrido ancora –Tre anni? Ma allora sei super grandissimo!- lui annuisce poi, gli prendo la mano e lo porto al centro dell'aula. Tutti i bambini lo guardano incuriositi –Allora bambini, lui è Tomas. Un vostro nuovo compagno di classe. Mi raccomando fate amicizia con lui- dopo pochi secondi arriva Florencia, che lo prende per mano e lo porta fino al tavolo dei giochi. Dopo un paio d'ore di relax, suona la campanella così accompagno i bambini fuori. Pian piano tutti i bambini tornano a casa con i loro genitori. Vedo un ragazzo correre affannosamente...


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